09.09.2019Alto Adige

Commercio di vicinato, a Tiso il negozio dei primati

Che cos’è la tradizione, se non un’innovazione ben riuscita? In val di Funes la storia della famiglia Santifaller è il simbolo di questa capacità di costruire sulle fondamenta del passato.

Dove un tempo c’erano il pollaio e il fienile, oggi prende forma un negozio di nuova generazione, dove i prodotti potranno un giorno essere scansionati dal cliente grazie a un chip per calcolare il conto automaticamente sul telefono cellulare. Si può dire che la storia di innovazione di questa famiglia di Tiso è cominciata oltre un secolo fa, quando all’inizio del Novecento Albert Santifaller aprì il primo negozio del paese all’interno del suo maso, l’Huaberhof. Ma quello fu solo l’inizio. La prima automobile del paese negli anni ‘60, la prima lavatrice, il primo macchinario meccanico per mietere grano, orzo e segale: tutte le novità del secolo approdarono a Tiso grazie ad Albert Santifaller. Eppure all’Huaberhof i suoi figli non sono ancora stanchi di innovazione e primati. L’idea di Luis (65), oggi gestore del negozio insieme alle sorelle Paula (62) e Annemarie (67), è quella di realizzare un vero e proprio centro civico, dove le persone possano incontrarsi, conoscersi e scambiarsi idee, consigli e abilità. “Comunicare con il prossimo e conoscersi è più importante che avere tanti soldi. Non si può vivere in una comunità avendo paura degli altri. Ma la paura si supera solo incontrandosi senza pregiudizi” si dice convinto Santifaller, imprenditore dall’energia inesauribile che neanche la paralisi dopo un incidente nel 1968 né l’esplosione del maso nel 2003 per una fuga di gas sono state capaci di attenuare.

Così per lungo tempo i terreni dell’Huaberhof, a 900 metri sul livello del mare sul soleggiato plateau dove sorge l’abitato di Tiso, è stato il luogo dove si trovavano le vigne più elevate dell’Alto Adige. Oggi il vino viene imbottigliato nientemeno che da Alois Lageder, che ha creato un’etichetta ad hoc per il Müller Thurgau e il Riesling biodinamici dell’Huaberhof. “Non usiamo fitosanitari, perciò i nostri vini hanno anche ricevuto la certificazione Demeter” rivendica Santifaller, convinto fautore del chilometro zero e della sostenibilità, in agricoltura così come nel commercio. All’interno del negozio vengono privilegiati i prodotti della zona, ma il progetto di Santifaller è molto più ampio. “Vogliamo creare un percorso didattico attraverso i masi e le aree agricole. Partendo dal negozio, il cliente potrà raggiungere a piedi i luoghi dove sono stati prodotti la marmellata, il vino o i formaggi che ha comprato” riferisce Santifaller. Questa tradizione che lega strettamente il produttore al consumatore finale trae origine da molto lontano. A inizio Novecento era il capofamiglia Albert che partiva a piedi da Tiso, percorreva i 4 chilometri che lo separavano dalla frazione di Nave per poi salire sul treno che lo portava a Bolzano. Sulla schiena portava un carico di burro e uova provenienti dal maso, la cui destinazione finale erano gli hotel di lusso della città: all’epoca l’hotel Laurin e il Greif si contendevano i prodotti dell’Huaberhof, mentre i macchinisti della ferrovia si erano ormai fatti amico questo intraprendente contadino della val di Funes.

Fondamentale per sostenere lo sviluppo del negozio di vicinato nel corso degli anni è stata la normativa provinciale sul commercio, che dal 2014 finanzia l’apertura o il mantenimento di esercizi commerciali “di vicinato” con un contributo annuale fino a un massimo di 11.000 euro per negozio. Per ottenere i fondi, il negozio dev’essere l’unico presidio commerciale nella località interessata ed eventualmente offrire servizi aggiuntivi alla vendita di generi alimentari, come per esempio il commercio di giornali e riviste, la consegna a domicilio della spesa, l’offerta di tabacchi o la presenza di un internet point. Con esclusione del 2016, i Santifaller hanno ottenuto il contributo ogni anno, soprattutto grazie alle idee di Luis. Il suo disegno a lungo termine per il negozio di Tiso avrebbe bisogno complessivamente di diverse migliaia di euro per essere completato, ma il progetto prende corpo un pezzetto alla volta, ogni anno che passa. Oggi Santifaller vende alimentari freschi e conservati, quasi tutti prodotti in zona: dal pane ai formaggi fino alle marmellate e alle erbe per fare tisane e speziare le pietanze. Anche fra i “classici” però la sorpresa è dietro l’angolo. Perché dal maso Huaberhof e dai suoi terreni non provengono solo vino e prodotti delle pecore come la lana e i formaggi, ma anche le bacche di goji. Conosciute da almeno 5.000 anni in Cina, Tibet e Mongolia grazie alle loro doti terapeutiche, queste bacche sono diventate la coltivazione di punta dell’Huaberhof, che oggi è uno dei pochi in provincia a produrle. Ma anche un’attività apparentemente semplice come quella dell’allevamento delle pecore può diventare molto speciale, se si sceglie la specie ovina considerata più antica dell’Alto Adige ossia quella della “pecora con gli occhiali della val di Funes”. In valle vivono circa 450 dei 1.700 esemplari presenti in tutta la provincia, nati nel XVIII secolo dall’incrocio della vecchia razza locale Landschlage con la pecora bergamasca e la pecora da seta padovana. Una quarantina sono quelli ospitati sui terreni del maso dei Santifaller.

“Il negozio dei Santifaller rappresenta l’unico punto di riferimento per gli 800 abitanti della frazione di Tiso, che altrimenti dovrebbero andare a Chiusa o a Bressanone o a San Pietro per acquistare alimentari. Si tratta di una presenza fondamentale non solo per il servizio svolto alla comunità, ma anche per l’impegno che da sempre dedicano a promuovere nel loro negozio i prodotti locali, valorizzando il territorio locale” spiega il sindaco di Funes Peter Pernthaler. “Prodotti del maso Huaberhof come l’ottimo vino bianco che viene imbottigliato dalla cantina Lageder sono anche un ottimo biglietto da visita per chi arriva nella nostra valle, oltre che essere un punto di attrazione per la popolazione locale” prosegue il sindaco Pernthaler.

Non sono però solo i prodotti il “core business” dell’attività dei Santifaller. Nel corso degli anni l’Huaberhof si è trasformato infatti da fornitore di materie prime per gli hotel di lusso di Bolzano a casa vacanze per le scolaresche germaniche, ma sempre conservando una caratteristica fondamentale: fungere da centro di gravità della comunità di Tiso, svolgendo la funzione di unico negozio di vicinato ma anche di aggregatore sociale e propulsore dell’evoluzione verso il futuro. Tra i progetti di Luis c’è infatti anche quello di istituire una “Banca del tempo” dove le persone possano incontrarsi per scambiarsi abilità e servizi, la realizzazione di una cucina nel giardino del maso per poter tenere corsi per la preparazione di alimenti a cura delle contadine del paese, ma anche servizi più innovativi come una cassetta “fermo posta” per creare una specie di ufficio postale per i paesani, che di norma fanno riferimento a Funes o a Chiusa, o ancora creare un sistema per cui ciascun prodotto sia dotato di un chip che il telefono cellulare è in grado di rilevare, calcolando automaticamente il conto della spesa.

Il negozio di paese dei Santifaller non è ovviamente l’unico in Alto Adige a beneficiare di questo contributo. Ogni anno sono circa 90 le domande che arrivano all’Ufficio commercio e servizi della Provincia: i beneficiari si spartiscono i 900.000 euro circa disponibili a bilancio ogni anno a questo scopo. Nel 2019 fra gli assegnatari del contributo c’era anche Juliane Reiterer, titolare dell’unico negozio di vicinato nella frazione di Mules di Campo di Trens e fiduciaria comunale dell’Unione Commercio Turismo Servizi della provincia di Bolzano. Un punto di riferimento per la valle di Fleres (Comune di Brennero) è anche il negozio di Josef Alpögger, che nel 2017 ha festeggiato i 40 anni di iscrizione all’Unione Commercio e nel 2019 ha ottenuto il contributo necessario a portare avanti la propria attività di confine. E ancora: sono stati finanziati quest’anno anche l’unico negozio di vicinato nella frazione di Stulles nel Comune di Moso in Passiria, la cui titolare Ulrike Brigitte Widmann vende anche giornali e riviste oltre ai generi alimentari, così come il Natura Living (www.naturaliving.info) di Manuela Engl, che a Vandoies di Sopra ha creato un vero e proprio punto di riferimento per gli amanti dei prodotti naturali, delle erbe e del benessere in armonia con il Pianeta. Queste esperienze mostrano come i piccoli negozi giochino un ruolo fondamentale per mantenere il territorio vitale e coeso. “In Alto Adige abbiamo ancora paesi e centri urbani vivi e vitali, con un commercio di vicinato perlopiù intatto. In altre realtà, anche nelle nostre immediate vicinanze, la situazione è diametralmente opposta, come accade per esempio nel Tirolo, dove in 57 Comuni – dieci dei quali con oltre 1.000 abitanti – non ci sono più negozi” spiega il presidente dell’Unione Commercio Turismo Servizi Alto Adige Philipp Moser.

BOX – LE NORME SUL COMMERCIO

Mantenere i centri abitati vivi e vitali, anche nelle zone più isolate e periferiche, proteggendo il commercio nei piccoli paesi. Quella sul commercio è una competenza residuale dell’Autonomia e dunque non primaria. Allo Stato compete in via esclusiva inoltre la competenza “tutela e promozione della concorrenza”. In tale competenza rientrano, tra l’altro, le aperture domenicali degli esercizi commerciali e in questo settore le norme dello Stato non possono essere modificate a livello locale. “Vogliamo guadagnare spazi di autonomia sempre più ampi, per poter legiferare anche nel settore del commercio nel modo più utile allo sviluppo del nostro territorio. Così facendo potremo continuare a sostenere i piccoli negozi di paese, che possono efficacemente contrastare lo spopolamento delle zone di montagna, mantenendo vitale la rete sociale ed economica della comunità in cui operano” spiega l’assessore provinciale al commercio Philipp Achammer.

Attualmente esiste una norma di attuazione che regola l’insediamento delle attività di commercio al dettaglio nelle zone produttive, mentre gli orari di apertura dei negozi rimangono prerogativa dello Stato. Il decreto legislativo 146 del 7 luglio 2016 in materia di pianificazione urbanistica del settore commerciale che stabilisce che le Province autonome di Trento e Bolzano possono “prevedere, senza discriminazione tra gli operatori e nel rispetto del principio di proporzionalità, aree interdette agli esercizi commerciali e limitazioni per l’esercizio del commercio nelle zone produttive”. In particolare il decreto stabilisce che “le province, in relazione alla specificità topografica montana del territorio e alle particolari tradizioni che ne rappresentano l’identità, possono adottare misure di salvaguardia e riqualificazione delle attività commerciali, anche mediante piani di incentivazione” purché nel rispetto delle norme europee. In questo contesto si inserisce la legge n. 4 del 13 febbraio 1997 a sostegno delle piccole attività commerciali nelle zone periferiche. Tale strumento agevolativo noto come “Sostegno ai negozi di zia Emma" ed i cui criteri sono stabiliti con delibera n. 470 del 2 maggio 2017, con poco meno di 1 milione di euro l’anno, sostiene gli esercizi di vicinato con contributi compresi fra i 9.000 e 11.000 euro. Entrato in vigore nel 2014, nei primi quattro anni sono stati concessi 364 contributi a 86 esercizi delle zone periferiche o strutturalmente svantaggiate in provincia, per complessivi 3,7 milioni di euro. Per l’edizione 2018 sono state ammesse all’agevolazione 84 richieste da tutta la provincia, per 864.500 euro: Val Pusteria (16), Val Venosta (15), Burgraviato (14), Valle Isarco (11), Alta Valle Isarco (10), Salto-Sciliar (9) e Bassa Atesina-Oltradige (9).

Il 2019 sarà però l’anno della svolta per il settore del commercio. La Provincia sta lavorando in questi mesi alla nuova Legge provinciale sul commercio, che si pone come obiettivo quello di portare ordine nel settore, normando da un lato le nuove “forme” del commercio (forme speciali di vendita, vendite straordinarie, temporary store, etc.) affrontando nel dettaglio anche le questioni degli orari, del commercio itinerante e della rete dei distributori di carburante. Tenendo conto delle norme nazionali, il nuovo testo continuerà a perseguire la tutela dei piccoli negozi e delle attività a conduzione familiare, regolamentando il commercio al dettaglio nelle zone produttive e cercando regole condivise per gli orari di apertura dei negozi.

di Silvia Fabbi

Foto: Peter Daldoss

 

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