Condizioni
In linea di principio il Piano Comune dell'ARGE ALP del 1981 è tuttora valido, mentre le condizioni-quadro e conseguentemente alcuni obiettivi sono notevolmente cambiati, rendendo necessario un adattamento.
L'opinione pubblica, infatti, esprime oggi un nuovo orientamento e richiede la tutela dell'ambiente, per salvaguardare le condizioni naturali che costituiscono il presupposto di ogni sviluppo sostenibile. Tale riorientamento di valori comporta un adeguamento del Piano Comune. Anche i crescenti flussi di traffico e i problemi legati all'impatto ambientale implicano un ripensamento. Di pari passo con tali fenomeni è maturata anche una nuova consapevolezza e una diffusa volontà di partecipazione alle scelte, essendo cresciuta l'attenzione alla compatibilità sociale di interventi rilevanti per il territorio.
Gli svantaggi dell’agricoltura alpina, con le sue piccole unità produttive ed il più intenso lavoro richiesto rispetto alla produzione maggiormente automatizzata delle aree extraalpine, sono anche aggravati dalle differenti condizioni produttive e dall’evoluzione tecnologica. La competitività degli agricoltori di montagna è quindi ulteriormente peggiorata nel mercato agricolo europeo.
Il citato riorientamento ha contribuito, anche all'esterno delle aree montane, a porre al centro dell'interesse la tutela delle Alpi. Di ciò l'ARGE ALP tiene conto in modo adeguato nel nuovo Piano Comune, che mira in primo luogo a salvaguardare i legittimi interessi delle popolazioni residenti nell'area alpina, in funzione di uno sviluppo economico a lungo termine.
La Carta Europea delle Regioni di Montagna e la Convenzione delle Alpi con i relativi Protocolli, sono documenti molto ampi, con obiettivi che in parte superano quelli formulati dall'ARGE ALP nel Piano Comune del 1981. Il nuovo Piano Comune dovrà quindi concentrarsi su temi rilevanti legati all'arco alpino, di particolare interesse per le Regioni aderenti e i cittadini, lasciando ad altri documenti le questioni di carattere generale.
Occorre inoltre considerare che in Europa e a livello mondiale si stanno affermando nuove zone di collaborazione nei settori dell'economia e dell'assetto territoriale. A lungo termine ciò potrebbe avere degli effetti anche sugli investimenti delle imprese nell'area alpina. L'economia dell'area alpina, inoltre, è esposta ad una concorrenza globale che in futuro si inasprirà ulteriormente.
In linea di principio il nuovo Piano Comune, come già quello del 1981, "dovrà presentare in maniera semplice e chiara gli obiettivi generali di sviluppo della regione alpina e comprendere indicazioni specifiche per i settori più importanti". Inoltre dovrà "dare indicazioni ai membri della Comunità di Lavoro delle Regioni Alpine circa le modalità più adeguate per osservare, nell'ambito delle pianificazioni e degli interventi sul territorio, procedure comuni concordate e ritenute necessarie, garantendo che anche gli altri membri rispettino gli stessi principi. Il Piano Comune dovrà inoltre facilitare, per i membri della Comunità di Lavoro delle Regioni Alpine, lo sviluppo di interventi convincenti ed efficaci presso le autorità nazionali e gli organismi europei, presentando le esigenze particolari del territorio alpino.