20.12.2019Trentino

Ambasciatori delle Dolomiti UNESCO insieme per raccogliere le sfide del futuro

In Val di Zoldo, provincia di Belluno, si è svolta la terza edizione del corso di Formazione che ogni anno la Fondazione Dolomiti UNESCO dedica ai gestori dei 66 rifugi che operano nel Patrimonio Mondiale Dolomiti UNESCO.

I rifugisti sono un punto di riferimento fondamentale per chi va in montagna ma lo sono anche per il Patrimonio Mondiale Dolomiti. Alcuni anni fa la Fondazione Dolomiti ha dotato i rifugi del logo della Fondazione, di brochure informative in diverse lingue e li ha nominati Ambasciatori delle Dolomiti Patrimonio Mondiale UNESCO. Coloro che gestiscono i rifugi sono molto importanti anche per monitorare come stia cambiando la fruizione delle Dolomiti a dieci anni dal riconoscimento UNESCO e, di conseguenza, anche come stia cambiando il loro ruolo e il modo di concepire il mestiere di rifugista. I rifugi sono, o dovrebbero essere, il primo presidio della cultura della montagna. L’edizione 2019 del corso di formazione si è incentrata, soprattutto, sull’interazione tra i soggetti coinvolti, (i rifugisti) con quattro tavoli tematici di confronto, moderati da esperti del settore. L’obiettivo raggiunto è stato un documento d’intenti ampiamente condiviso, una specie di bussola per orientarsi nel futuro. La direzione indicata va verso una strategia comune, con significati messaggi a quanti frequentano la montagna che sono invitati a cogliere con coerenza l’esperienza in rifugio, rispettando il lavoro del gestore e il territorio con i suoi valori paesaggistici. L’indicazione è anche quella della promozione di comportamenti corretti e consapevoli, oltre alla richiesta di maggiore attenzione per agevolare il lavoro in quota. Nell’ultimo giorno di incontro/formazione ha partecipato anche il presidente della Fondazione Mario Tonina, assessore all’ambiente e vicepresidente della Provincia autonoma di Trento che ha ringraziato il lavoro fin qui fatto con il prezioso coordinamento della direttrice della Fondazione Dolomiti UNESCO Marcella Morandini.  “Sono qui - ha detto il presidente Tonina - per farmi portavoce delle vostre idee all'interno del Consiglio di amministrazione della Fondazione. Il riconoscimento UNESCO è un'opportunità per le comunità locali, per rilanciare tutela e valorizzazione e quelle forme produttive di qualità che contribuiscono a rendere non solo il turismo sostenibile, ma soprattutto a mantenere la montagna abitata. Viviamo oggi, più che mai, in una dimensione in cui globale e locale sono strettamente intrecciati e si influenzano reciprocamente. La frequentazione dell’alta montagna - ha continuato il presidente Tonina -  è cambiata notevolmente negli ultimi dieci anni, non solo in termini numerici, ma anche con un fortissimo aumento del turismo internazionale. Ci sono nuovi frequentatori delle Dolomiti, dalla Corea al Brasile. Nuove sfide per chi gestisce un rifugio. Allo stesso tempo, come voi ci confermate, anche gli effetti dei cambiamenti climatici sono sempre più evidenti e complessi da gestire ed affrontare. Penso ad esempio alla gestione dell’acqua o degli eventi estremi. I rifugi sono presidi culturali ‘d’altra quota’. Luoghi in cui non dobbiamo aver paura di fare educazione a tutto campo e promuovere comportamenti virtuosi da parte di chi li frequenta, ribadendo la stretta e reciproca connessione tra impatti globali e locali. Penso ad esempio ad alcune coraggiose sperimentazioni in atto per eliminare la plastica anche nei rifugi, dove tutto è più complicato. Mi riferisco alle campagne “Plastic free” iniziata nell’estate 2019 in alcuni rifugi altoatesini e nel Parco Naturale Adamello Brenta, tanto per fare qualche esempio. Sull’onda dell’innovazione lanciata dalla ski area di Pejo 3000, che sarà la prima ad essere completamente senza plastica, spero che sempre più soggetti pubblici e privati prendano iniziative analoghe. Non abbiamo altra scelta che fare sempre più rete, sia a livello locale che internazionale”.

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